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I riti, le antiche tradizioni e credenze popolari legate al cibo

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Le antiche usanze, i manoscritti contadini, le tradizioni legate al cibo, le credenze popolari

I cibi classici della festa di Natale sono naturalmente i cappelletti o tortellini, sui cui nomi e forme esistono molte credenze.

Il cappelletto deriverebbe dalla forma del cappello dei preti, noti per la loro ingordigia alimentare (da cui il modo di dire “il boccone del prete”), mentre il tortellino da un lato sarebbe la ricostruzione morfologica dell’ombelico di venere, dall’altro, proprio perchè originano da un ombelico, starebbe a rappresentare il cordone ombelicale (di cui l’ombelico è il segno) che lega l’uomo con la fertilità della terra.

Tra le infinite superstizioni che ruotano attorno ai tortellini citiamo quella secondo la quale, mentre i tortellini stavano bollendo nel brodo il giorno di Natale, bisognava andare a potare l’uva che si sarebbe mangiato a capodanno come rito propiziatorio.

CREDENZE POPOLARI

Un’ultima nota davvero interessante sulla tradizione gastronomica connessa al Natale nell’antichità ci riporta (www.spazioprever.it), dagli antichi manoscritti della tradizione contadina, l’esistenza di un cosiddetto “pane di natale”, che corrisponde in tutto e per tutto, all’attuale panettone: la ricetta prevedeva l’uso di tutta una serie di cibi simbolici che rappresentassero la morte e la rinascita: le uova, l’uva secca, le mandorle, la mela, il latte, la frutta candita.

Oltre naturalmente ai leganti di base, strutto, farina, zucchero. Quello che ci interessa non è comprendere quando o dove nasce la ricetta del famoso panettone, ma evidenziare che la sua ricetta è fortemente simbolica e radicata, nella scelta degli ingredienti, al dualismo tra morte e rinascita.

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